Giorgia Fiore
La moda le piace da sempre ma fino all’università l’unico momento in cui se ne occupa è per gli abiti sartoriali di suo padre. A Napoli è una tradizione e Giorgia lo accompagna nella scelta dei tessuti e dei colori. Oggi lei è Giorgia Fiore, di professione fashion designer. Studi classici e poi ingegneristici. Bei voti e una vita tranquilla. Ma fino a quel momento non è felice. Sono la madre e la zia a incentivarla ad uscire dal suo guscio e dalla possibilità di un lavoro sicuro.
Così Giorgia cerca il suo sogno e lo trova.
Frequenta lo Ied di Roma, tre anni che trascorrono veloci fino agli ultimi sei mesi: il momento della tesi è cruciale. La creazione e la produzione di una vera e propria capsule collection le danno la consapevolezza che quella è la sua strada. Affascinante, faticosa e appassionata. In Accademia “mi sentivo libera ma guidata verso la realizzazione dei miei obiettivi e ho trovato la mia strada”.
Un’esperienza al Project Runway Italia ha permesso a Giorgia di entrare nel vivo del mondo del fashion. “Sono stata fortunata a potermi relazionale con professionisti di successo come Alberta Ferretti che mi hanno fatto riflettere sul mio talento ma anche sul tipo di lavoro che avrei voluto intraprendere”.
Giorgia non si rivede in un ufficio o in una azienda. Sente che questo tipo di esperienza possa reprimere il suo temperamento creativo. Così nasce il suo brand “E’ stata una decisione presa con la leggerezza della giovane età e dell’entusiasmo quella di rifiutare lavori in aziende o uffici stile ma volevo fare qualcosa di mio, metterci la faccia”.
Ora il suo lavoro è cambiato, si è evoluto: Giorgia diventa versatile, usa instagram e oltre che fashion designer si definisce una creativa: “Non ci sono più confini rigidi, si sperimentano nuove frontiere della moda, nuove opportunità come ad esempio Never tee Stop che mi consente di provare stili e generi diversi senza dovermi preoccupare di tante incombenze a cui pensa l’azienda”.
Stile pulito ma “mai minimal”, Giorgia ama i colori: “Nello shopping per me ammetto il nero ma da creativa lo uso difficilmente”. Di sicuro “il rosa non manca mai”. Sicuramente “mi piace il verde” ma “alle donne mediterranee con la pelle olivastra non sta molto bene”. Mentre “il rosso mi piace usarlo per alcuni abbinamenti”. Ecco “gli abbinamenti di colori sono una mia grande passione”. Così come “le stampe che ho iniziato ad amare da subito. Mi piacciono come i colori, come le fotografie. Raccontano con le immagini quello che è più difficile dire con le parole”.
Le bambole. Un’altra passione di Giorgia che ritorna, in varie versioni, nelle sue capsule collection. Un concept che parte dalle sue origini partenopee, ispirato all’Ospedale delle Bambole di Napoli e mixato con i lavori della fotografa Mariel Clayton. Un filone che ritroviamo anche nella collezione in cantiere per Never tee Stop la cui anticipazione è una felpa, stile anni novanta, con l’inserimento delle spalline e una mega stampa.
Giorgia è piena di energia e urla un messaggio a tutti coloro che come lei vogliono realizzare un sogno: “Il mondo della moda è difficile ma se hai un progetto, con le opportunità di oggi, un modo per realizzarlo lo si trova!”